Casa museo Sigfrido Bartolini

Museo Virtuale

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La soffitta delle Meraviglie

Sigfrido Bartolini nel corso di circa 40 anni allesti' a Pistoia in via di Bigiano, una piccola strada che congiungeva la citta' alla campagna, la sua "casa della vita" nella quale l' odierno visitatore puo' facilmente riconoscere il senso dei principi e dei modelli estetici che hanno guidato la sua arte di pittore e incisore, nello stesso modo in cui la ricca biblioteca spalmata nei tre piani della casa mostra i riferimenti letterari, storici e filosofici del Bartolini scrittore e pensatore.

Al secondo piano della villetta, ora diventata Casa-Museo, in quella che familiarmente viene chiamata "soffitta", si trova l'archivio dell'artista; li' hanno dimora, la maggior parte della biblioteca di argomento artistico, le collezioni di riviste originali, nonche' i fondi archivistici che nel tempo erano stati affidati a Bartolini da Barna Occhini e dalla famiglia di Giulio Innocenti, e la imponente corrispondenza personale. Quest'ultima rappresenta uno degli ultimi fondi epistolari del '900, destinati alla scomparsa con l'avvento della posta elettronica. Bartolini al telefono, cui riservava il compito della comunicazione veloce o magari l'affettuosa manifestazione di un saluto, preferiva la scrittura cui affidava i contatti profondi con gli amici, sodali, o colleghi dando vita a vivaci scambi di idee, in un metafisico salotto di carte.

Il salotto epistolografico di Bartolini vedeva fra i piu' significativi frequentatori: Ardengo Soffici, Orfeo Tamburi, Orsola Nemi, Giuseppe Prezzolini, Luigi Baldacci, Barna Occhini, Vintila Horia, Augusto Del Noce, Giovanni Volpe, Dino Grandi, Ernst Jünger. Tante lettere e tante vite, che non sono solo la storia di un complesso tessuto di amicizie, ne' la sola testimonianza dei molteplici e variegati rapporti con altri artisti, scrittori, intellettuali, giornalisti, ma raccontano un mondo e la storia di un gruppo di intellettuali che condividono un destino e uno sconfinato amore per la cultura. Contravvenendo al cliche' invalso nell'immaginario collettivo,che spesso gli artisti stessi hanno contribuito ad avvalorare, di creativita' nel disordine, Bartolini e' stato rigoroso e ordinato, sia per quanto riguarda le lettere (originariamente conservate in un antico baule, appeso al muro e aperto nel verso della lunghezza, trasformato in schedario della corrispondenza in rigoroso ordine alfabetico) che le sue carte, sia quelle che nel tempo gli sono state affidate, sia ovviamente nel suo lavoro.

L'ordine che oggi il visitatore puo' verificare fra le carte di Bartolini e nella puntigliosa organizzazione dei suoi tavoli da lavoro e' sicuramente inferiore a quello lasciato dall'artista alla sua morte, ma fotografa fedelmente l'ambiente che egli si era creato per lavorare e studiare. Sigfrido Bartolini, passava una gran parte della giornata in questo spazio luminoso e silenzioso della "soffitta-mansarda", qui scriveva (articoli, libri) allestiva i menabo' dei volumi di cui seguiva la stampa fino in tipografia; opere dove la sua capacita' d'artista si abbinava anche a quella di critico, in un lavoro minuzioso di ricerca e di sistemazione, dove la genesi e la realizzazione di ogni singola opera sono spiegate, narrate e giudicate . Nel lavoro Bartolini non conosceva orari, si sarebbe dimenticato di mangiare se non fosse stato richiamato al desco dal suono argentino di una campanella messa appositamente accanto alla cucina al piano terra, e la sera non era raro che lavorasse fino a notte inoltrata, cosi' quando la stanchezza si faceva sentire poteva sdraiarsi e riposare in un lettino che era stato sistemato in un angolo della mansarda.

Lo spazio del terrazzo che si apre davanti alla sua scrivania gli dava non di rado l'occasione di seguire con piacere i voli di rondini e passerotti per i quali aveva sempre avuto, fino da giovane, una particolare predilezione e ai quali non mancava di lasciare briciole di pane soprattutto in inverno e che spesso adottava quando si ritrovava un uccellino caduto dal nido bisognoso di riparo e cure.

Simonetta Bartolini
Pistoia - Gennaio 2016